Cefalea ed emicrania sono sintomi ai quali è stata riconosciuta un’origine psicosomatica: stati d’animo o storie di vita hanno infatti risvolti biochimici e neurologici che si possono tradurre con il dolore alla testa. Questo può partire da collo-spalle-nuca che si percepiscono irrigiditi, può essere accompagnato da senso di nausea, vertigini e disturbi visivi o essere come un casco pulsante che si indossa il sabato mattina e si sfila all’alba del lunedì. O ancora può riguardare solo una metà della testa – emicrania – e fare seguito a… un’incomprensione in famiglia e al lavoro.
I volti del mal di testa sono dunque tanti, così come i tentativi di cura che chi soffre di dolore cronico ha spesso già sperimentato senza successo.
Grazie ai numerosi studi che si concentrano sul complesso rapporto fra emotività e sintomi fisici possiamo oggi utilizzare nuovi approcci terapeutici multidisciplinari che guardino all’individuo nella sua globalità, per intervenire in modo strategico sul disturbo che – ricorrente – diventa invalidante per chi ne soffre e per chi sta vicino.
Medico di famiglia, neurologo e psicologo insieme possono fare la differenza e rompere il circolo del dolore attraverso interventi combinati che agiscono su più livelli. Uno degli approcci più efficaci nella cura delle manifestazioni dolorose è il Biofeedback associato a tecniche quali il Rilassamento Progressivo di Jacobson o il Training Autogeno, veri e propri strumenti che il paziente impara ad utilizzare per ridurre il sovraccarico di ansie, tensioni, stress che porta all’attacco.
Chi ha mal di testa cronico ha già provato farmaci, massaggi, interventi odontoiatrici, ma può non aver trovato alcun giovamento. Il dolore è una manifestazione soggettiva e personale e in quanto tale va indagata, trattata e… sconfitta!
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