La vera rivoluzione sta nel chiedere aiuto
Oggi è la Giornata Mondiale della Salute Mentale. La salute mentale, come quella fisica, non ha estremi come “sano” – “terminale” / “equilibrato” – “pazzo”, ma sfumature, sfaccettature e soprattutto andamenti naturali che vanno compresi e rispettati. La salute mentale non è qualcosa come una dermatite o una congiuntivite, non è così facile vedere il suo arrossamento, sentire la temperatura, ma non per questo è meno importante o meno invalidante, quando compromessa nella vita di tutti i giorni. La rivoluzione che possiamo attuare secondo me può partire da qui:
- smettiamo di usare le parole “pazzia” o “follia” per indicare qualcosa di negativo, incomprensibile, pauroso
- smettiamo di pensare che la malattia mentale sia una colpa o una responsabilità di chi la porta, o dei suoi genitori, o del suo ambiente. Non stiamo parlando di una ricetta dai pochi ingredienti. Così riduciamo la persona a delle somme lineari. Capite che non può funzionare…
- smettiamo di fare l’associazione difficoltà = debolezza, mancanza di equilibrio = crimine. Queste sono distorsioni cognitive altrettanto “malate” che abbiamo ereditato come si eredita un debito, dobbiamo colmarle con la mano tesa e la mente aperta
- l’ultimo punto, il più difficile: proviamo a sostituire il giudizio con la comprensione… e anche noi ci sentiremo più “sani”
- l’ultimo punto bis: chiediamo AIUTO.
Come quando a scuola non capivamo qualcosa: alziamo la mano o la cornetta del telefono e chiediamo aiuto.