Il caso di Luca
Luca è un giovane che, in seguito ad un incidente in moto, ha subito un grave trauma cranico. Una volta uscito dal coma, Luca appare di sicuro sotto shock, soprattutto a causa della disabilità fisica appena acquisita, ma in linea di massima il suo comportamento è adeguato al contesto: riconosce le persone familiari, è educato coi medici, si esprime bene, mantiene il suo senso dell’umorismo.
Appena le condizioni mediche migliorano e Luca può alzarsi dal letto, inizia la riabilitazione presso la struttura residenziale nella quale è ricoverato. Con essa iniziano anche i problemi.
Luca alza la voce, insulta gli operatori. Si rifiuta di svolgere anche i più semplici esercizi, guarda spesso gli altri pazienti presenti in palestra, guarda le attrezzature rumorose e, nonostante si sia infilato la maglia in bocca con il probabile scopo di morderla e scaricare la rabbia, riesce a far capire che vuole tornare nella sua stanza. In corridoio il suo comportamento non migliora, insulta i passanti, e ci vogliono diversi minuti prima che il respiro torni regolare e il volto abbandoni il colorito paonazzo.
I genitori di Luca assistono alla scena e sono visibilmente scossi. Si dicono mortificati, increduli: quel modo di fare è così diverso, “strano”.
Viene richiesto il consulto di un neuropsicologo, il quale già dal racconto di quanto è avvenuto, può fare un’ipotesi del problema.
In seguito al primo colloquio Luca viene sottoposto a diversi test dai quali emergono, abbastanza evidenti, soprattutto:
- Difficoltà nella risoluzione dei problemi: Luca non riesce a ordinare e svolgere le azioni nella giusta sequenza
- Difficoltà nel mantenere l’attenzione su più cose: Luca non riesce a contrarre i muscoli e contemporaneamente ascoltare l’operatore
- Difficoltà nella gestione dello stress emotivo: Luca non riesce a dire che sta avendo queste difficoltà e che è preoccupato che non tornerà più sulle sue gambe
- Ridotta tolleranza ai rumori ambientali
Il comportamento strano di Luca è quindi il risultato della confusione e del disorientamento che ha sperimentato in palestra, ambiente rumoroso e affollato, in cui tre persone intorno a lui gli davano istruzioni; è il risultato della frustrazione che ha provato nel momento in cui si è reso conto che non riusciva a seguire le indicazioni, costantemente distratto dalle voci degli altri e dai rumori; è infine il risultato di tutte queste cose insieme, che si sommano a una lieve depressione dovuta alla disabilità fisica.
Identificate queste aree di difficoltà, si è riusciti a programmare in maniera consona alle necessità di Luca le sessioni di fisioterapia e ad integrare questo trattamento con uno specificamente cognitivo, per ridurre le difficoltà sopra descritte, potenziare e generalizzare l’efficacia della riabilitazione.
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